Arrampicare insieme

20120900 Arrampicare insiemeEducare ed educarsi in gruppo nell’ambiente naturale

Da 20 anni sono insegnante di educazione fisica. Insegno ora in una scuola tecnica di Mannheim, e precisamente una scuola media superiore con ragazzi da 12 a 18 anni.
Da tre anni ho inserito nel programma di studio della scuola un gruppo di lavoro sull’arrampicare insieme con differenti obbiettivi.

Abbiamo già fatto alcune escursioni nelle vie ferrate delle Dolomiti. Per l’anno 2005 abbiamo programmato un corso nei ghiacciai con la salita del Weissmies (4023 m) nel Vallese in Svizzera. E ci prepariamo all’arrampicata in cordata nella roccia naturale.

La motivazione che mi spinge a fare del trekking e ad arrampicarmi si fonda su delle esperienze straordinarie: la prima esperienza che ho fatto nel 1981, è stata sui ghiacciai del Monte Bianco e sulle cime dei 4000 del Monte Rosa. Sono stati momenti indimenticabili: ho vissuto la natura intatta e una solitudine che mi ricordava il deserto, giochi di luce, una cordata che cresceva insieme e non ultimo la natura come espressione della forza del creato…

Nei 20 anni seguenti questa mia motivazione mi ha spinto a far rivivere ad altre persone che non avevano nessun rapporto con la montagna questa stessa esperienza. Provo a riassumere in breve i risultati positivi di questa scelta.
La base dell’arrampicata e della salita in montagna è il rapporto: rapporto col proprio corpo, rapporto con la natura e soprattutto con i compagni di cordata, dove il donare e ricevere nella fiducia dell’altro ha un importanza fondamentale. Sono sempre più sorpreso nel vedere che questa possibilità dello scambio di esperienze durante un’arrampicata si rispecchi anche nello stile di vita di ogni giorno.
L’esercizio di queste forme di sport come l’arrampicata, il paragliding, lo snowboard portano in sé la motivazione che nasce soprattutto dal praticare queste forme per il piacere che producono. Sono stati fatti degli studi sulle motivazioni che spingono l’uomo a praticare lo sport attivo nella natura. Gli aspetti del vivere la natura, migliorare le proprie condizioni e lo stare bene in gruppo hanno un grossissimo significato. L’attività in sé di praticare lo sport è più importante del raggiungimento di obiettivi prefissati.
Negli anni ‘60 per migliorare la concentrazione e l’apprendimento sono state costruite delle aule senza finestre in modo da ridurre al minimo la possibilità di distrarsi. Si è raggiunto l’opposto: stanchezza e noia erano le conseguenze della mancanza di stimoli esterni. Oggi è risaputo che le motivazioni sono date da un’alternanza di tensione e rilassamento. L’educazione alla capacità di prendere coscienza dei fenomeni esterni è data dalle possibili occasioni; mentre in una palestra queste occasioni sono limitate e in un campo sportivo cominciano a crescere, nella natura si riesce a raggiungere la situazione ottimale. Studi fatti con dei ragazzi sul rapporto esperienza natura e sviluppo psichico hanno dimostrato che attraverso la natura si possono identificare cinque aspetti che influiscono sulla maturazione della persona: la natura come luogo dello stupore e della paura, la relazione con la natura, la natura come luogo dell’affermazione, dell’estasi e della conoscenza.
La letteratura offre diverse prospettive dello sport che hanno lo stesso valore intrinseco e in particolare dello sport dell’arrampicata. La pluriprospettività come idea base dell’insegnamento ha come scopo lo sviluppo della capacità di praticare lo sport e come scopo educativo lo sviluppo della propria personalità.
Le prospettive che hanno un significato fondamentale per l’esperienza di gruppo, a mio giudizio, sono:
a. Esperienze della propria capacità e facoltà
b. Avventura, tensione, esperienza al limite
c. Agire insieme, sentirsi bene insieme e responsabilità
d. Esperienza del proprio corpo e dell’ambiente
e. Trasferire il tutto nella vita di ogni giorno
È possibile riferire queste prospettive a diverse forme di sport quali canoa, windsurf, orientamento, canyoning, immersione, rafting oppure motociclismo.

a. Esperienze della proprie capacità e facoltà
Perché i ragazzi arrampicano volentieri? Lo stimolo dell’arrampicarsi si basa sicuramente sul principio del miglioramento personale delle proprie capacità e la competitività con gli altri.
Anche piccoli miglioramenti delle proprie capacità in ragazzi deboli devono essere particolarmente lodati. Per esempio, Patrick un po’ grassottello ha superato la propria paura arrampicandosi sulla roccia naturale con difficoltà di 3° grado: alla fine era contentissimo e ha ricevuto più applausi lui degli altri. Quale miglior appagamento il riconoscimento delle proprie capacità: è stato anche per me un successo indimenticabile.
Arrampicarsi è una questione di rapporto, rapporto tra lo scalatore e la roccia, ma soprattutto tra le persone coinvolte. La meta non è il raggiungimento del massimo grado in assoluto, ma il raggiungimento del proprio grado individuale di difficoltà.

b. Avventura, tensione, esperienze al limite
Caduta con la corda, discendere con la corda uno strapiombo, la perdita dell’equilibrio… non devono generare paura, ma sensibilizzare la capacità a valutare i rischi.
Avevo organizzato una “giornata dell’arrampicata” presso la mia scuola: già il primo giorno quasi tutti i giovani sono discesi con la corda dal tetto della scuola. Queste esperienze portano ad una riflessione sulla fiducia in se stessi e al rapporto con la paura.
Abbiamo avuto modo di mettere in pratica questa esperienza in una escursione con due cordate sul Castore (4228 m). Si voleva continuare in altura sul Monte Rosa, se non che Elias, uno degli studenti, ha confessato la sua grande fatica ed il desiderio di tornare a casa. Si è deciso unanimemente di sospendere l’escursione e di tornare a casa il giorno dopo.
Anche qui vale il concetto: arrampicarsi è una questione di rispetto reciproco, di fidarsi degli altri e di rispetto dei limiti del altro.

c. Agire insieme, sentirsi bene insieme e responsabilità
Cos’è una cordata? È una forma senza paragoni di rapporto sociale, dove nella dipendenza reciproca e nella vicinanza umana devono svilupparsi comunicazione, agire sociale e responsabilità.
Qui sono richieste delle qualità di capacità di rapporto particolari.
Per quale motivo il nostro Patrick nel mio gruppo di lavoro ha una particolare attenzione e gioia nell’assicurare in cordata i suoi compagni, come io stesso ho potuto constatare? Sicuramente la disponibilità di fare qualcosa per gli altri nel gruppo è la conseguenza di un’esperienza di interesse reciproco e di aiuto reciproco.
Si tratta in fondo di assumersi le proprie responsabilità e quelle dell’altro così come sensibilizzarsi per proteggere gli ambienti naturali.
Raggiunsi con 6 giorni di ritardo un gruppo di trekking in alta quota: il giorno dopo avrei dovuto guidarli sul Nadelhorn (4327). A circa 3800 m di altezza il secondo della cordata mi suggeriva di sospendere l’escursione e di ritornare: avevo sopravalutato le mie forze e non mi ero abbastanza adattato all’altitudine. Ringraziandolo di cuore ho seguito il suo suggerimento e siamo ritornati. I “guidati” hanno assunto la responsabilità sulla guida.
L’arrampicarsi è una questione di dipendenza reciproca e scambievole ed un’esperienza che il bene dell’altro è importante come il proprio.

d. Esperienza del proprio corpo e del ambiente
L’esperienza con la natura è un dialogo di rapporto tra se stessi e l’ambiente esterno. Il fenomeno flow descrive un’intensa attività, che non é fine ad un risultato, perché il fare in sé ha come fine ultimo la propria soddisfazione. Ciò che conta è il momento presente, lo spazio ed il tempo non sono importanti o giocano un altro ruolo. Proprio nell’attimo presente c’é spazio per nuove esperienze…
Nell’educazione della capacità di prendere coscienza di sé si parla anche di percezione dei rumori, percezione dell’ambiente… Alcuni esempi: persino i maschietti possono rimanere affascinati da piccoli fiorellini ai margini del sentiero o provare una profonda commozione al levar del sole sopra un ghiacciaio o nell’esperienza indimenticabile, al termine di una salita di una parete rocciosa, di un bagno nell’acqua gelata di un lago alpino.

e. Trasferire il tutto nella vita di ogni giorno
In letteratura si può trovare questo punto anche come suggerimento per lo sviluppo della propria personalità con finalità educativa.
Nella mia esperienza il trasferire ha un particolare valore. Ecco alcune vicende che lo testimoniano.
In una cordata il tempo di salita è definito dal più lento. Non posso costringerlo contro le sue capacità fisiche o psichiche ad essere più veloce: sarebbe irresponsabile. Anche nella vita di ogni giorno io posso soltanto motivare l’altro (“il lento”) che lavori alle sue massime capacità.
Polluce (4092 m) nel Monte Rosa: André di Berlino, 16 anni, fumatore, è contentissimo. Anche lui ce l’ha fatta. Non si è arreso, si è superato e ha vinto se stesso. Durante la discesa abbiamo parlato vivacemente per due ore paragonando questa esperienza con la nostra vita di ogni giorno.
Punta Gnifetti (4554 m) e Monte Bianco (4810 m): due esperienze che ci hanno aiutato sempre nella vita d’ogni giorno. Ecco gli spunti che mi hanno dato: di fronte ai miei occhi ho una meta: la cima. Ma non devo guardare sempre li, altrimenti mi deprimo, perché è così lontana e così faticoso: perciò avanti, passo dopo passo, senza pensare alla meta. Non devo stare fermo, ma semplicemente andare avanti. Una volta mi sono fermato: quanto è stato difficile ripartire! Il ritmo del respiro, dei passi e del battito del cuore è decisivo. Pensando al quotidiano: ciascuno di noi deve trovare il suo ritmo personale. Non mi devo distrarre, perché altrimenti esco dal passo e mi costa troppe energie per riprenderlo. Non paragonarsi con altre cordate, che sono più veloci o più lente di noi. Qui é indispensabile quello che conta veramente: la vita, i rapporti, la salute.
Una particolare esperienza é stato il colloquio con un amico malato di tumore in procinto di morire. In questo colloquio si parlava delle nostre esperienze di montagna e della sua esperienza di malato fermo in un letto!

Siegfried Komorek
Docente di Educazione Fisica, Mannheim – GER