Sport breaks limits 

Ottavo congresso internazionale di Sportmeet. Dal 20 al 22 aprile scorso si è svolto l’ottavo congresso internazionale di Sportmeet, in collaborazione con Earth Day Italia, EcoOne ed il Movimento dei Focolari, dal titolo “Sport breaks limits – quando lo sport abbatte le barriere”.

Il congresso si è svolto itinerando per la Capitale, con alcune sessioni al “Campo dei Miracoli” del quartiere Corviale, struttura sportiva simbolo di rinascita di una delle tante periferie delle nostre città e Villa Borghese dove ci siamo trasferiti il sabato per animare il “Villaggio per la Terra”, una grande festa, ma anche un’opportunità di confronto sui temi della sostenibilità ambientale e sociale. Qui, nella giornata di apertura del Villaggio, un talk show condotto da Novella Callegaris, ex campionessa di nuoto e ora giornalista Rai, ha approfondito come lo sport possa essere strumento in grado di andare oltre tutte le barriere fisiche, etniche, culturali, religiose, rendendo possibile sperimentare valori quali l’integrazione, l’amicizia, il rispetto per se stessi e per l’ambiente. Perché lo sport si rive-la terreno efficace per fare pace con i propri limiti e per includere, integrare ed abbattere le barriere? Dove sta la sua magia? Perché lo sport, quello fatto bene, gestito bene, custodisce e sviluppa in sé la capacità di conoscere, comprendere e valorizzare la diversità, la diversa abilità delle persone, la consapevolezza del vissuto dell’altro. Lo sport non solo è capace di garantire il diritto alla partecipazione, premessa indispensabile a qualunque inclusione sociale, ma abitua e forma alle differenze, accogliendole come eterogeneità, attivando percorsi inclusivi di integrazione della diversità.

Questo l’appuntamento centrale, introdotto già dal giorno precedente con contributi che po-tessero dare tre spunti diversi al tema del limite: “Oltre il limite? Tra mito della perfezione e compimento dell’umano”, di Luca Grion, professore associato di Filosofia Morale di Udine, “Il limite nel marketing sportivo” di Luca Mosca, project manager di Adidas il cui brand più famoso è “impossibile is nothing”, ed infine Giuseppe Milan, docente di pedagogia interculturale e sociale a Padova, che ha portato una riflessione sul limite come risorsa nelle relazioni interpersonali. E poi racconti di esperienze e momenti di dialogo, dove il centinaio di partecipanti, provenienti da dieci nazioni, dalla Nuova Zelanda al Brasile, passando per Libano, Egitto, Malta, Croazia, Serbia, Italia,  Salvador e Argentina, hanno testimoniato come lo sport sia veramente un linguaggio universale nel tempo e nello spazio. Lo sport come strumento di inclusione della disabilità nel racconto della Grande Sfida, manifestazione quasi trentennale di Verona, oppure lo sport come strumento per togliere i ragazzi dalla strada e dal narcotraffico, esperienza della Fazenda da Esperança e Onda Solidaria, due realtà sociali del Brasile, ma anche il dolore di un professore dell’Università di Malta, giunto lì insieme ad un gruppo dei suoi studenti, nello scoprire truccato il proprio campionato di calcio e quindi la difficoltà nel continuare a testimoniare i valori positivi attribuiti allo sport, oggetto del progetto “Io tifo Positivo” portato avanti dal CGFS di Prato ed infine il racconto di come l’inclusione dei Maori e dei popoli del pacifico nella nazionale neozelandese di Rugby abbia stimolato un vero abbattimento di barriere culturali. Workshop teorico pratici con alcune associazioni romane (Calcio Sociale, Crazy for Football, Romanes Welchiar Rugby, Add Roma) e con diversi esperti (Salvo Russo, Giuseppe Iorio, Alexandar Ivanovsy, Gabriel Zoccola, Julieta Cairo, Angelo Vicelli, Luciano Borello) hanno consentito un approccio coinvolgente e favorito l’interazione più intensa con i partecipanti, affrontando specifici argomenti attinenti al tema del congresso che ha visto anche la partecipazione di una ventina di studenti del Liceo “E. Montale” di Roma, coinvolti nell’ambito di uno specifico progetto di Alternanza scuola-lavoro.

Momento forte è stata la tavola rotonda finale che si è sviluppata con un dialogo profondo e toccante con Janaina Lima, giovane consigliere al Comune di San Paolo (Brasile) ed il Sottosegretario del Pontificio Consiglio della Cultura, mons. Melchor Sanchez che fra le altre cose ha detto: “non per piaggeria, il Pontificio Consiglio sta facendo quello che voi [Sportmeet] fate già da anni, ovvero tessere relazioni tra le belle e profonde esperienze sportive che già esistono, riconoscendo così che lo sport è cultura” incoraggiandoci poi ad “essere quello che siamo, a fare quello che facciamo”, fare rete, dare visibilità alle positive testimonianze ed aggiungendo: “come dice Papa Francesco, si può dire? Fate anche un pò di “casino”, fatevi sentire” e chiedendoci, prima di partire, una interazione più stretta sul piano culturale per l’elaborazione di una teologia del gioco e dello sport.

Alla fine del congresso il desiderio di rivedersi era di tutti, e così ci si è dati appuntamento al 23 settembre 2018, per la “Rome Half Marathon Via Pacis”, la mezza maratona promossa da Roma Capitale, dal Pontificio Consiglio della Cultura e dalla FIDAL, con la collaborazione an-che di Sportmeet e delle diverse comunità religiose di Roma, che dopo il successo del 17 settembre 2017 tornerà a far vivere ai runner una giornata emozionante lungo le strade della Capitale. Una mezza maratona che unirà tutti i popoli, le persone di buona volontà, coloro che dicono no alla violenza e che credono nella bellezza della vita, dell’integrazione e della condi-visione. Un evento aperto a tutti, in quanto oltre alla mezza maratona agonistica ci sarà anche una 5 chilometri non competitiva, la “Running For Peace”. Le iscrizioni on line sono già aperte per entrambe le corse.

Nella sezione Cultura del sito si possono consultare gli interventi del Congresso

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