All’ombra della cupola di San Pietro nasce “Athletica Vaticana”

Magliette gialle con stemma papale con le chiavi di San Pietro renderanno facilmente ri-conoscibili gli sportivi della “Athletica Vaticana”, la neo costituita associazione sportiva

del più piccolo stato del mondo, composta da sacerdoti,  suore, dipendenti vaticani o lo-ro stretti parenti, guardie svizzere che, grazie all’accordo bilaterale tra la Santa Sede e il Comitato Olimpico Nazionale Italiano, potranno partecipare ufficialmente in rappresen-tanza del Vaticano a tutte le gare podistiche. Con le firme del Cardinale Gianfranco Ra-vasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, dicastero a cui è stata affidata la responsabilità dell’associazione e del presidente del CONI Giovanni Malagò, lo scorso 11 settembre è stato firmato l’accordo bilaterale con cui l’”Athletica Vaticana” è stata affilia-ta alla FIDAL.

“Lo sport autentico fa parte di una delle componenti radicali dell’essere umano, ossia il gioco, qualcosa che si fa per libertà, gratuità, non condizionati da vincoli immediati. E’ qualcosa che dà valore alla bellezza. Questo è anche il motivo per cui nella storia la cul-tura ha sempre avuto uno stretto collegamento con lo sport” – afferma il card. Gianfran-co Ravasi, intervenuto il 10 gennaio alla presentazione, nella sala stampa della Santa Sede, di Athletica Vaticana – “Ma lo sport ha anche un legame con la religione; anch’essa ha alla base il gratuito”, e indica Paolo come “ideale patrono degli sportivi” per il lin-guaggio e le ricorrenti metafore sportive nei suoi scritti. Sul binomio sport ed etica il cardinale invita a riflettere sul termine “atletica”. “Significativo – spiega – che alla radice del termine ci sia il concetto della gara per raggiungere una meta. Atletica dunque anche come compito da espletare” e continua: “E’ triste vedere come all’interno dello sport si assista a spettacoli squallidi come quelli di questi giorni: violenza e razzismo negli stadi, corruzione, doping che denotano come il peccato e la degenerazione trovino in un lin-guaggio che è il vero ‘esperanto’ dell’umanità la loro rappresentazione più truce che vo-gliamo combattere”.

Sport e musica: per Ravasi due “linguaggi dominanti universali” per i giovani che “riflet-tono al tempo stesso la grandezza e la miseria dell’umanità”. Atleti, cantanti e musicisti sono figure di riferimento per loro. Di qui un monito: “Attenzione a non concedere scu-santi a certe degenerazioni. Occorre reagire con fermezza e correggere le storture”.

“I propositi sono sostanzialmente due – aggiunge il Cardinale Ravasi durante la confe-renza stampa – da una parte vogliamo entrare concretamente, non solo teoricamente, in questo immenso orizzonte che è il mondo dello sport. In secondo luogo vogliamo farlo con una finalità simbolica cercando di proporre dei valori, che sono sempre stati propri dello sport ma in questi ultimi tempi sono stati un po’ deformati, anzi feriti e qualche volte perfino conculcati totalmente”. E guardando al futuro della neonata squadra si la-scia scappare un sogno:“Potremmo forse pensare che a un’ Olimpiade ci sia anche la bandiera vaticana, con un gruppetto di atleti come accade ad altri piccoli Stati entrati sulla ribalta internazionale, anche perché al suo interno non ci sono solo figure che prati-cano in modo libero e creativo lo sport, ma anche atleti con qualità professionistiche”.

L’obiettivo di “Athletica Vaticana” però non è solamente agonistico: “Lo scopo di Athletica Vaticana è fondamentalmente quello di promuovere la pratica sportiva, ma con una apertura a iniziative culturali e sociali – ha sostenuto Mons. Melchor Sanchez de Toca y Alameda, presidente dell’associazione – Dunque questa società non è stata creata solo per correre, ma per portare un messaggio”.                                               

Anche il presidente del Coni, Giovanni Malagò, compiaciuto afferma: “Athletica Vaticana è una meravigliosa iniziativa e noi metteremo a disposizione il meglio delle nostre com-petenze: Mons. Melchor Sanchez ci ha creduto come un matto e sono anche convinto che altre discipline sportive, altre federazioni si agganceranno a questa iniziativa”.

L’accordo si è allargato anche alla Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali con la firma di un protocollo di intesa per contribuire insieme a un cambiamento di men-talità e di atteggiamenti di fronte alla questione della disabilità: “Oggi assistiamo a qual-cosa che va annotata nella storia dello sport a livello universale – ha affermato il presi-dente del Comitato italiano paralimpico Luca Pancalli – veder nascere l’Athletica Vaticana è una cosa colpisce in modo positivo nel nostro paese e che merita attenzione a livello universale. Una novità che ha qualcosa di straordinario”.

Anche Sportmeet, presente all’evento con il Dott. Paolo Magrelli, sostiene e incoraggia i primi passi della neonata realtà con la quale condivide idealità e sogni e augura a Mons. Sanchez e alle maglie gialle dell’Athletica Vaticana non solo di correre, ma di volare “con le ali nei piedi”, verso mete sempre nuove e ardite, testimoniando la bellezza e la purez-za dello sport a cui aspiriamo.