Si è svolta a Barcelona la tavola rotonda su Edc e Cooperative Mondragon
Nuovi modelli economici che mettono al centro le persone
Lo scorso 9 giugno 80 persone hanno partecipato, presso il Centro Cívico Fort Pienc di Barcellona, alla conferenza “Un’Economia per le persone”, nella quale sono stati presentati due modelli attuali e alternativi alla pratica economica più consueta: le cooperative Mondragón e l’Economia di Comunione.
Miguel Ángel García Cestona, professore di Economia Aziendale dell’Università Autonoma di Barcellona, ha presentato l’esperienza del gruppo Mondragón, mentre Javier Espinosa Martínez, presidente dell’Associazione per un’Economia di Comunione”, ha fatto conoscere ai presenti questa proposta economica, i suoi sviluppi e caratteristiche.

L’origine del gruppo risale a 1941 quando il sacerdote Mª Arizmendiarrieta diede inizio a quest’esperienza aziendale. Uno dei fattori più importanti per il gruppo Mondragón è la formazione, al punto che il gruppo ha costituito una "scuola d’affari" propria, non solo per gli aspetti più tecnici o economici, ma per l’alta stima che ha il gruppo di cooperative per la formazione delle persone. Il professore della UAB ha completato il suo intervento con le diverse tappe e sfide del gruppo Mondragón.
L’intervento di Javier Espinosa si è focalizzato sul bisogno di umanizzare l’economia, esigenza di oggi ma al tempo stesso una preoccupazione antica, dal momento che, gia un secolo fa, Leone XIII nella Rerum Novarum, parlava degli aspetti “disumani” sia del sistema socialista che di quello capitalista. Anche se si sono fatti passi avanti sulle condizioni del lavoro –diceva Espinosa-, non si è riusciti ad “umanizzare” l’economia. Oggi come oggi l’obiettivo continua ad essere la massimizzazione del profitto e il lavoro viene considerato come una risorsa pari ad altre. In sintesi, per umanizzare le aziende è necessario umanizzare il lavoro. A questo fine il presidente dell’Associazione per un’Economia di Comunione ha illustrato ai presenti l’origine di questa proposta economica in Brasile 18 anni fa, per rispondere al dramma del divario crescente tra ricchi e poveri. Secondo Espinosa, non si tratta tanto di un nuovo modello organizzativo, giacché può essere applicato a diverse tipologie di aziende (spa, cooperative, fondazioni…) ma sopratutto di un cambiamento culturale nelle persone, di un passaggio dalla “cultura dell’avere” alla “cultura del dare”, con valori come quelli della gratuità e la reciprocità. Un’esempio di tutto ciò è il centro per anziani che Javier Espinosa dirige con altri soci.
Dopo gli interventi si è aperto un dialogo con i presenti, che è servito per puntualizzare alcune questioni come il possibile rapporto tra le due esperienze mostrate nella conferenza.
Nella conclusioni, gli organizzatori dell’evento hanno espresso soddisfazione per l’esito della conferenza e per i contributi dati verso un’economia per le persone, offrendo nuovi paradigmi strutturali più sostenibili per il bene delle persone e delle aziende, fondati nei valori della fraternità, la cooperazione, la reciprocità, l’impegno e la responsabilità.